Manga e Anime
creata dalla serie "BEYBLADE" (BAKUTEN SHOOT BEYBLADE):
"UNA NUOVA VITA"
una fanfiction di:

Genere:
Sentimentale
Avviso:
Coppie Yaoi
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Una rei 4 kai tranquilla e pulita.. shounen ai ma non yaoi

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 18/06/2006 19:38:54 - Ultimo inserimento 31/08/2006
 
ABC ABC ABC ABC



 SOSPETTI





C A P I T O L O 1




Kai si rigirò nel letto più volte. All’improvviso si mise a sedere sul letto e sbuffò. Guardò l’ora di sfuggita: i numeri luminosi della radiosveglia sul suo comodino gli confermarono la triste realtà. Non aveva dormito per niente. Erano le tre e mezza e niente faceva supporre che la notte sarebbe proseguita meglio di com’era andata finora.
Pensò bene di riprovare ad addormentarsi, ma dopo un’altra mezzora di lotta estrema con le coperte e il cuscino, vi rinunciò definitivamente e si rassegnò a trascorrere le ore seguenti a fissare il soffitto della camera d’albergo, sul quale si proiettavano le luci e le ombre della strada sottostante. Qualche minuto più tardi il silenzio fu rotto dal lieve fruscio di un lenzuolo che scorre piano sul letto.
Kai abbandonò l’osservazione della parete sopra di lui e si voltò in direzione del rumore quasi impercettibile che aveva attirato la sua attenzione. Socchiuse gli occhi per cercare di mettere a fuoco l’angolo buio della stanza da cui proveniva il fruscio.
Sul letto a sinistra del suo vide la sagoma scura di una persona che si alzava. L’ombra camminò silenziosamente, passano davanti al letto di Kai, oltrepassandolo, procedendo lentamente verso la porta della camera.
Kai aveva sollevato un pochino la testa per vedere meglio, e quando l’ombra aprì la porta, essa fu investita dalla luce abbagliante del corridoio, che inondò la camera, obbligando Kai a proteggersi gli occhi con la mano. Nonostante fosse ancora infastidito dalla luce intensa vide bene il volto del ragazzo che era uscito dalla stanza.
Era Rei.
Fondamentalmente Kai non si pose troppe domande in quel momento. Sarà andato in bagno pensò, ma non andò oltre, neanche per rendersi conto che la sua ipotesi fosse tanto assurda. Si addormentò di botto, prima ancora di ricordarsi che il bagno ce l’avevano in camera, e non era affatto necessario uscire, se realmente fosse stato quello lo scopo di Rei.

*

... enjoy the silence…
La radiosveglia si accese alle sette in punto sulle note finali di una vecchia canzone. Lo speaker iniziò a leggere le anticipazioni del radiogiornale e Kai spense l’apparecchio con una manata violenta. Perché bisogna sorbirsi le disgrazie altrui di prima mattina, quando ne ho abbastanza per conto mio.. si disse. Sull’onda di questi pensieri pessimistici si alzò velocemente e cominciò a cambiarsi. Ancora non ci credeva, ma era riuscito a dormire, e anche se poche ore. Fortunatamente non avevano un piano preciso per la giornata e avrebbe trovato il tempo per riposare più tardi. Qualcuno nella stanza tirò su col naso e Kai, voltandosi, vide Max affondare la faccia nel cuscino, evidentemente sperando di essersi sognato la sveglia. Kai emise un suono a metà tra un sospiro e un grugnito e si lanci verso la finestra; afferrò saldamente i cordoni delle pesanti tende e li tirò, riempiendo di luce bianca la piccola stanza.
La camera era poco più grande di un ripostiglio, ma in qualche modo erano riusciti a infilarci dentro quattro letti; la parete di finestre e la vernice bianca delle pareti le davano una parvenza di spaziosità, ma l’arredamento di pessimo gusto con quelle tende da teatro, rosso sporco, e l’inflazione di inutili soprammobili e centrini faceva rimpiangere ai ragazzi i lussuosi alberghi di cristallo in cui venivano ospitati durante i campionati ufficiali... Tuttavia nella mente di Kai si susseguirono alcune immagini della sua infanzia, fatta di oscurità e stenti, e allora pensò che, dopotutto, era il caso di accontentarsi.
Scivolando via dai quei pensieri, il suo sguardo calò sul letto vuoto nell’angolo accanto alla finestra.
<<Rei!!>> esclamò quasi senza rendersene conto.
Max si alzò di soprassalto e Takao ebbe un sussulto, ma si rigirò all’altra parte. Ci mise un attimo a rendersi conto di quanto accaduto durante la notte. Rei si era alzato per andare chissà dove e, forse, non era nemmeno rientrato.
Poiché gli altri due, una volta alzati, non ci avevano fatto caso, Kai evitò domande sulla scomparsa del compagno di squadra, e
si sarebbe reso conto poi, che probabilmente aveva fatto la scelta giusta.
Infatti, quando i tre scesero nella sala da pranzo per fare colazione, trovarono Rei seduto tranquillamente al loro solito tavolo.
Kai lo guardò stupito e Rei gli rispose allo sguardo con un ampio sorriso, rivelando alcuni graffi sulle labbra, che il russo non ricordava di aver visto il giorno prima. Promettendo a se stesso di non farci caso, non chiese niente al riguardo e prese posto al tavolo con gli altri, che si erano già avventati sul buffet della colazione.
In risposta al saluto di Rei, Kai abbozzò un mezzo sorriso, ma tornò rapidamente a concentrarsi sulla colazione. Alzando gli occhi, vide Takao e Max che contemplavano enormi torte casalinghe, indubbiamente invitanti, e decise di imitare i due servendosene una fetta. Mentre tornava al tavolo col piatto in mano, pensò che sarebbe stato carino portarne una porzione a Rei. Così fece, e Rei per ringraziarlo gli regalò un gran sorriso compiaciuto. Il cinese mise da parte a fetta di torta sotto lo sguardo accigliato di Kai.
<<Non ti preoccupare, la mangio!!>> disse Rei, che si era alzato e si dirigeva verso il tavolo del buffet.
<<Aringhe!>> esclamò tornando a sedersi con in mano un piatto di piccoli pesci. <<speriamo che domani ci siano le acciughe.. sono più buone..!>>.
Quando Max vide il piatto di Rei ebbe molto da ridire sui gusti alimentari dell’amico e la loro discussione al riguardo si protrasse per tutta la durata della colazione. Dopo circa mezz’ora i quattro si alzarono da tavola e tornarono in camera per prepararsi. Trascorsero la mattina ad allenarsi con i loro fidati beyd alternandosi l’uno contro l’altro.
Takao e Max si scontrarono per primi, ma la battaglia durò poco
più di una decina di minuti, decretando come vincitore Takao. Max non se la prese troppo, anche perché non era il tipo da perdere la calma per così poco, e ammise, rimproverato da tutti, di non essersi impegnato affatto.
Quando però fu la volta di Kai, a perdere contro Takao, la sua reazione non fu calma e rassegnata quanto quella di Max.
Kai imprecò con tutte le sue forze contro qualsiasi capro espiatorio gli capitasse a tiro: prima accusò il campo, realizzato da schifo, poi incolpò il commesso del negozio di ricambi che gli aveva venduto un pezzo da quattro soldi…
La verità era che aveva trascorso più o meno due terzi del match a guardare di nascosto Rei. Quel ragazzo cominciava a preoccuparlo. Prima la passeggiata notturna, ora quei graffi sul viso; Kai non sapeva cosa pensare.
Dopo Kai e Takao scesero in campo Max e Rei. Benché Max avesse già sottolineato di non volersi impegnare, Rei sembrava parecchio in difficoltà, e Kai quasi si aspettava che sarebbe andata in quel modo.
Osservò il comportamento del cinese durante tutto l’incontro e non poté fare a meno di accorgersi di una notevole diminuzione della sua resistenza e nell’aggressività; a metà incontro era già affaticato e a stento colpiva l’avversario. Dopo un movimento brusco Rei perse l’equilibrio e cadde a terra, sfregando un braccio sul terreno polveroso del giardino. Durante la caduta gli si sollevò leggermente la manica della maglia che indossava (aveva promesso di non mettere più, almeno per un po’, il vecchio vestito tradizionale), scoprendo altri graffi su tutto il braccio destro e, ipotizzò Kai, probabilmente anche sul sinistro.
Finito l’allenamento Kai decise di parlarne direttamente con Rei, dato che era stato l’unico a restargli veramente vicino anche nelle situazioni più delicate.
<<Scusa..>> disse, quasi tra sé, rivolgendosi all’amico; questi, com’era prevedibile, non si accorse di nulla. Kai prese fiato e cercò di parlare più forte.
<<Senti Rei …>> ma il resto della frase gli morì in gola. Ma perché è così difficile? Non riesco nemmeno a mettere in fila due parole che abbiano senso.. pensò.
Raccogliendo le forze tirò fuori quel minimo di coraggio che
serviva e riuscì a dire ciò che voleva a un volume di voce comprensibile.
<<EHM.. senti Rei>> disse attirando finalmente l’attenzione dell’altro <<potrei parlarti un attimo?>> domandò quasi con il timore di offenderlo.
Rei lo fissò qualche secondo inarcando le sopracciglia e gli rispose tranquillamente.
<<Certo!! Cosa vuoi chied..>> ma Kai lo interruppe mettendogli la mano sulla bocca. Allora Rei scosse la testa cercando divincolarsi. Una volta liberate le labbra dalla mano dell’altro, fece per dire qualcosa ma Kai gli sussurrò all’orecchio <<è una cosa un po’ personale..>>.
Quindi i due si allontanarono dagli altri e si misero a camminare fianco a fianco sul viottolo sterrato che conduceva nella parte più interna del cortile dell’albergo. Si fermarono un istante per vedere se gli altri erano abbastanza lontani e quando videro Max entrare nella hall, si andarono a sedere su una panchina nel giardino rigoglioso, immersa nel verde e quindi nascosta da occhi indiscreti.
Se l’interno dell’alloggio non era dei migliori, in quel momento Rei si accorse di quanto, per contrasto, fosse bello il giardino, con il glicine che si arrampicava sui sempreverdi, i salici e le fontanelle di pietra rosa.
Dalle loro spalle proveniva il lieve sussurro di una cascatella, e molti uccellini fischiettavano dalle cime degli alberi più alti, senza farsi vedere.
Com’era già successo prima, Kai fece un po’ di fatica a trovare il coraggio, e ora anche le parole giuste, per dire a Rei quello che voleva.
Inspirò profondamente guardando in basso.
<<vedi, prima, quando sei caduto>> cominciò <<non ho potuto fare a meno di notare dei graffi sul tuo braccio>>.
A metà della frase era riuscito a trovare la forza di guardarlo in faccia; tuttavia evitò di nominare l’uscita notturna, per non metterlo in imbarazzo.
Rei annuì e accennò di sorriso arrotolando sopra il gomito la manica della maglietta. Mostrò a Kai i graffi e sospirò.
<<Non devi preoccuparti..>> gli disse in modo molto poco convincente <<sono solo.. caduto. Sì, ieri, dopo l’allenamento sono andato.. in giro e.. beh, sai.. sono inciampato, in un sasso, sì, proprio un sasso..>>
Kai alzò impercettibilmente gli occhi al cielo con rassegnazione.
Mi dispiace pensò Kai ma non sai mentire per niente.
Guardò verso il ragazzo cinese che, conscio di aver mentito spudoratamente, non si azzardava a staccare gli occhi da terra.
<<Beh>> rispose Kai fingendo di credergli <<se è andata così ho sbagliato a preoccuparmi!>> Poi, sorridendo con sforzo si
alzò dalla panchina e si avviò verso l’ingresso dell’albergo. Rei non sapeva davvero cosa dire a se stesso. Non era un bugiardo, non lo era mai stato. Era una bugia a fin di bene, ma aveva davvero fatto bene? Perché si sentiva così...Kai non se lo meritava, era stato così premuroso nei suoi confronti.. bel modo di ringraziarlo.
Rei lo guardò allontanarsi, e sentì le guance calde di lacrime.




...Continua nel prossimo capitolo


 
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