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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: LA ROSA NERA
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Avventura, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Autore: anfimissi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/11/2006 17:27:55 (ultimo inserimento: 15/02/07)

Ultimo anno di Hogwarts. Due studenti, un Serpeverde e una Grifondoro. Draco Malfoy ed Hermione Granger. Uniti da una antica leggenda. La Rosa Nera.
 
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UNA STRANA CONVERSAZIONE
- Capitolo 1° -

CAPITOLO 1 – UNA STRANA CONVERSAZIONE



Hermione Jane Granger aprì lentamente gli occhi sollevando la testa dal cuscino. Le 11.30!!!!

Cavolo! Doveva trovarsi con Harry, Ron, Ginny e gli altri in Sala Grande alle 11 in punto! Maledizione! Aveva passato la notte sui libri di trasfigurazione e nemmeno si ricordava esattamente quando si fosse addormentata…di una cosa era sicura: niente e nessuno sarebbe accorso in suo aiuto risparmiandole una bella predica da parte dei suoi amici.

Si vestì in fretta e furia, cercando di lisciare sbrigativamente le pieghe della divisa irrimediabilmente spiegazzata, corse in bagno e si spazzolò velocemente la criniera di riccioli castani che le incorniciavano il volto, cercando di non fare caso alle profonde occhiaie che le segnavano il viso. Poi, sempre correndo, si fiondò fuori dal dormitorio.

Scese in fretta dalla torre di Grifondoro e imboccò le scale che andavano verso la Sala Grande, ma quelle maledette scelsero proprio quel momento per muoversi, ed Hermione si ritrovò da tutt’altra parte, lungo un corridoio buio e silenzioso. “Perfetto!” – pensò – “ci mancava solo questa. Se ritardo ancora un poco mi daranno per dispersa! Maledette scale!”

Si trattava di un piano il cui accesso era severamente vietato a tutti gli studenti, anche a quelli del settimo anno come lei. Ma visto che le scale ora non accennavano minimamente a spostarsi, Hermione si strinse nelle spalle e s’incamminò lungo il corridoio, sperando di trovare alla svelta un passaggio, una scala, qualsiasi cosa….per raggiungere i suoi amici al più presto! Certo che Ginny avrebbe potuto svegliarla prima di lasciare il loro dormitorio…bell’amica!

Tutto il piano era lugubremente silenzioso, l’unico rumore percepibile era quello dei suoi passi veloci. Hermione si guardò intorno, cercando di orientarsi un poco, ma la scarsa luce rendeva difficile il suo intento. Un suono indistinto la raggiunse mentre passava davanti ad una pesante porta di legno semichiusa. Il cuore prese a martellarle nel petto per lo spavento, e senza pensarci due volte si nascose dietro una colonna lì vicino, attenta a non fare il minimo rumore. Tese l’orecchio e capì che oltre la porta c’erano delle persone che stavano parlando. Una voce, maschile credeva, stava parlottando fittamente, ma il tono era così basso che non riuscì a identificarne il proprietario. Poco dopo, una seconda voce diede risposta a una domanda della prima. Questa seconda voce era più forte e nettamente più chiara, e, purtroppo per Hermione…..decisamente familiare. L’inconfondibile voce di Draco Malfoy.

“Ma che cavolo ci faceva lì?” – pensò. Possibile che ogni qualvolta lei si ficcava in qualche casino doveva sempre saltare fuori Draco Malfoy? Beh, tutto sommato la cosa non era così strana: quel dannato serpeverde non perdeva mai l’occasione di seminare zizzania e di rompere le scatole alle altre case, specialmente a Grifondoro…..dove c’erano casini, lui non mancava mai! Incapace di resistere alla curiosità, tese l’orecchio cercando di capire quanto veniva detto all’interno della stanza.







“….sei sicuro di quello che fai?”

“Sono sicuro, Blaise. E smettila di chiedermelo. Sarà come minimo la sesta volta!” rispose la voce decisa di Draco Malfoy.

“Si,lo so….. e sai anche che la penso esattamente come te. Dopotutto non per niente ti ho sostenuto in tutti questi mesi!” - affermò Zabini.

“Appunto. Mi chiedo quindi cos’hai da rompere i coglioni così tanto proprio oggi!”

“E’ che le altre volte era diverso ….Non ti sei mai esposto così tanto! Stavolta rischi grosso..”

“C’è sempre una prima volta” – sbottò il biondo con indifferenza.

“Oh, piantala con queste risposte del cazzo, Dra…”

Malfoy sbuffò sollevando gli occhi dal biglietto che stava leggendo e rifilò un’occhiataccia all’amico.

“Senti, mettiamola così: preferirei di gran lunga rimandare la cosa ad un altro giorno, e restarmene qui tranquillo e passare la giornata a chiacchierare con te, a fare incazzare San Potter, Weasel e la Mezzosangue zannuta, così, tanto per divertirsi un po’, e magari, perché no, a sbattermi di nuovo Pansy dopo cena. Una giornata come le altre, insomma. Ma non posso. Devo andare oggi, non posso rimandare. Quando tornerò ti racconterò come è andata, contento?”

“Ok…anche se questo non cambia il fatto che passerò il pomeriggio con il terrore che ti sia successo qualcosa e sperando di vederti tornare alla svelta. Tutto intero, possibilmente” – rispose l’amico palesemente preoccupato.

Draco percepì l’ansia nella sua voce, e posandogli una mano sulla spalla cercò di rassicurarlo – “Stai tranquillo Zab, vedrai che filerà tutto liscio come l’olio”.

“Come fai ad esserne così sicuro, me lo spieghi? Basta un minimo passo falso e ti scopriranno, lo sai questo? E a quel punto cosa succederà?”

“Non succederà proprio un bel niente! Ti ho detto che ho tutto sotto controllo e così è! Smettila di tirarti queste seghe mentali, perché oltre che tirare scemo te stesso, riesci pure a seccare le palle al sottoscritto. E ti assicuro che oggi ho altro a cui pensare. Quindi, fammi il favore, stai tranquillo e lascia fare a me.” – rispose Draco – “E poi, cosa vuoi che mi succeda….dopotutto sono un Malfoy, no?” – aggiunse subito dopo con uno strano ghigno.

A quest’ultima battuta Blaise fece una smorfia, cogliendo l’ironia nella voce di Draco.

“A proposito di questo…hai più avuto notizie di tuo padre?”

Lo sguardo del biondo si fece di ghiaccio.

“No”

“Non oso pensare a come la prenderà quando verrà a saperlo. Cosa credi che farà?” – chiese titubante l’amico

“Ma cosa cazzo vuoi che faccia? E’ rinchiuso ad Azkaban, nel caso te lo fossi scordato!”

“Beh…potrebbe sempre riuscire a scappare….” – Blaise rabbrividì al solo pensiero.

“Non dire stronzate, Zab. E’ praticamente impossibile fuggire da lì. Di tutti quelli rinchiusi ad Azkaban, solo Sirius Black è riuscito ad evadere. E da quando è accaduto ciò, hanno triplicato le misure di sicurezza. Fidati, da lì si esce solo in un modo: morti.”

Così dicendo Draco ripiegò velocemente il biglietto che aveva in mano e se lo infilò in tasca.

“Che dice?” – s’informò il moro.

Assorto come era nei suoi pensieri, il principe di Serpeverde lo guardò confuso.

“Il biglietto” – spiegò Blaise – “Cosa c’è scritto?”

“Niente, solo l’ora e il luogo che hanno scelto per il ritrovo. Piuttosto, spero che nessuno abbia visto il mio gufo arrivare con il biglietto. Potrebbero insospettirsi” – concluse dubbioso.

“Beh, anche se qualcuno l’avesse visto cosa cambia? E’ solo un biglietto, mica si vede cosa c’è scritto. Può avertelo mandato chiunque, no?” – domandò Zabini perplesso.

“Si, certo, visto quanta gente mi scrive di solito….” – sbottò ironico il bel biondino.

“Draco…” – fece per dire Blaise, ma venne interrotto subito.

“Lascia perdere, Zab. E’ inutile rivangare il passato. Ma più provo a non pensarci e più quel maledetto viene a galla” – sospirò con voce leggermente incupita.

Blaise vide un lampo di dolore attraversare fulmineamente lo sguardo d’argento dell’amico, e si ritrovò per l’ennesima volta a odiare profondamente quell’inferno che era stata la loro vita fin dall’infanzia. E tutti coloro che l’avevano resa tale.

“Bene, ora che tutto è deciso direi che possiamo andare” – proseguì il biondo lanciando un’occhiata di sfuggita all’orologio – “E ho pure il tempo per seguire divinazione, che due coglioni...d’altronde se non venissi del tutto a lezione la mia assenza si noterebbe ancora di più! Finite le ore della Cooman, sgattaiolerò via mentre voi altri andrete a Pozioni: se riesco a sbrigarmela in fretta potrei essere di ritorno prima che la lezione finisca. Almeno quella è interessante”

“Parla per te! Piton mi ha dato ieri un ultimatum: se sbaglio anche la prossima pozione nulla mi salverà da una punizione coi fiocchi” – borbottò il moro.

“Cazzo, Blaise, devi essere proprio una frana in materia. Credo che saresti il primo Serpeverde messo in punizione da Severus, ti rendi conto?” – sogghignò Malfoy

“Facile per te parlare…dopotutto sei lo studente più portato in Pozioni, tanto da avere i voti più alti perfino della Granger!”

“Che ci vuoi fare…uno dei miei tanti talenti nascosti” – ghignò il biondo sorridendo all’amico – “Comunque tu cerca di non far saltare in aria l’intero laboratorio durante la mia assenza, e quando torno vedrò di tenere le tue disastrose pozioni sott’occhio”

Blaise sorrise - “Certo che come sai tirartela tu non ci riesce proprio nessuno, eh?”

Il biondo ricambiò il sorriso, e fingendo un’espressione altezzosa replicò – “Ci puoi scommettere!”







Hermione non credeva alle proprie orecchie. La sua testa era piena di mille domande. Che diavolo stavano combinando quei due? Cosa stava tramando Malfoy? Con chi doveva incontrarsi quel pomeriggio? Da chi non doveva essere scoperto? Da Silente? Certo questo avrebbe spiegato il perché stesse complottando con il suo migliore amico di nascosto nell’ala più abbandonata e deserta di Hogwarts. Stava forse architettando un attacco con l’aiuto dei Mangiamorte amici di suoi padre? Dopotutto, lui ERA un Malfoy, da lui ci si poteva aspettare solo il peggio!

Presa da queste riflessioni la ragazza non si accorse che all’interno della stanza i due studenti avevano smesso di parlare. Oh, cavolo! Stanno per uscire! – pensò in preda al panico, temendo di essere scoperta.

Facendo attenzione a non fare il minimo rumore tornò sui suoi passi, avviandosi velocemente verso le scale e pregando mentalmente che non si fossero nuovamente spostate. Quando era ormai verso la fine del corridoio tirò un piccolo respiro di sollievo, e fu proprio in quel momento che una voce tagliente la raggiunse, ghiacciandole il sangue nelle vene.

“Guarda, guarda chi c’è…la Mezzosangue!” – disse Draco sprezzante – “Che ci fai in giro tutta sola soletta? San Potter e Weasel ti hanno abbandonata?”

Hermione si voltò lentamente. A pochi passi da lei c’erano i due Serpeverde. Blaise aveva uno strano sguardo, per metà serio e per metà…preoccupato?

Malfoy invece la stava fissando con un’espressione che non faceva presagire nulla di buono: i suoi lineamenti erano tirati, lo sguardo freddo, l’espressione impassibile, e quel ghigno diabolico che le faceva accapponare la pelle.

Senza staccare gli occhi da lei, il biondino si rivolse brevemente al suo amico – “Blaise, va avanti. Ti raggiungo tra un minuto”.

Blaise capì che Draco, come lui del resto, si stava chiedendo se la Granger avesse sentito qualcosa. Tuttavia l’idea di lasciarlo solo con la Grifondoro non lo entusiasmava molto…la Granger era stata sempre gentile con lui, tutto sommato, e gli sembrava una vera bastardata lasciarla sola a subire il terzo grado, sicuramente per nulla gentile, di Draco.

“Draco, senti, forse sarebbe meglio che…” – Zabini non riuscì a finire la frase.

“No! Ti ho detto di lasciarci soli….io e la Mezzosangue dobbiamo scambiare due chiacchiere” – ripetè con voce tagliente.

Il moro capì che in quel momento era inutile insistere, non sarebbe servito a nulla: quando si metteva in testa una cosa non c’era verso di fargli cambiare idea. Sperava solo che non facesse qualche cazzata, per questo gli scoccò un’occhiata d’avvertimento, mentre oltrepassava i due studenti e si avviava verso le scale.

Malfoy ricambiò l’occhiata dell’amico con un impercettibile cenno di assenso mentre con la mente imprecava a più non posso. Dannata Mezzosangue! Ci mancava solo lei! Che cazzo ci faceva li? Merda! Aveva sentito qualcosa? Conoscendola, sarebbe corsa subito a urlare la cosa ai quattro venti, mandando a puttane tutto quanto! Dannazione!

“Cazzo ci facevi qui, Granger?” sibilò il bel Serpeverde

“Io…le scale si sono spostate mentre scendevo in Sala Grande, e mi sono ritrovata qui” incominciò a dire la grifoncina interrompendosi subito dopo. Che diavolo sto dicendo? Mi sto forse giustificando con Malfoy? La rabbia che la pervase fu tale da farle dimenticare la paura provata poco prima.

“In ogni caso, Malferret, cosa faccio o dove vado, sono cavoli miei!” – lo aggredì subito dopo Hermione.

Draco la fissò in silenzio con il suo tipico sguardo freddo ed insensibile. Certo che quella stupida Mezzosangue aveva la risposta pronta….

“Te lo ripeto un’ultima volta, lurida Grifondoro. Cosa cazzo ci facevi qui?”

“Te l’ho appena detto, brutto stronzo! La cosa non era voluta, ma di certo non ci sarei venuta se sapevo che ti avrei incontrato. Questo è poco ma sicuro!” – rispose a tono lei.

“Raccontane un’altra”

“Sai quanto mi frega se mi credi o meno. Tu piuttosto, cosa ci fai qui? Questo piano è proibito a TUTTI gli studenti, inclusi gli arroganti e viziati figli di papà come te!”

Gli occhi di Draco lampeggiarono minacciosamente. Con voce tremendamente bassa sibilò – “Stai attenta, Granger….vedi di farti i cazzi tuoi, ti conviene! E credimi, è un consiglio del tutto spassionato!”

“Ma come ti permetti? Stai fresco se credi che io resti qui a farmi insultare e minacciare da te, stupido Furetto!” – saltò su Hermione, livida di rabbia.

“Sai cosa è successo all’ultima persona che si è impicciata dei cavoli miei, Mezzosangue? Io non lo so, sono ANNI che nessuno l’ha più visto…” – rise Draco, una risata maligna, scrutandola intensamente con quegli occhi che sembravano volerla trapassare.

“Malfoy….vai a farti fottere!”

“Con te, Granger?” la provocò lui.

“Ti piacerebbe!” – scattò la ragazza, guardandolo con disprezzo.

“Non illuderti, Mezzosangue, io non sono per le verginelle caste e pure come te. Così come non sono San Potter o Lenticchia. E non sono nemmeno il principe azzurro delle favole”

“Infatti, Malfoy. Tu sei un bastardo!”

“Finalmente l’hai capito”

“Mi fai pena!” – lo derise lei.

Lo sguardo di Draco si fece di ghiaccio mentre si muoveva verso di lei. Hermione cercò di indietreggiare, ma si ritrovò ben presto con le spalle al muro e sentì un brivido di paura percorrerle la schiena. Il serpeverde era sempre più vicino. Con una velocità di cui si sorprese persino lei, sfoderò la bacchetta puntandola dritta al petto del ragazzo.

“Vattene Malfoy…” – sibilò la ragazza facendo appello a tutto il suo coraggio.

“Pensi davvero di farmi paura, stupida Mezzosangue?” la schernì lui facendo un ulteriore passo verso di lei, in modo che la punta della bacchetta di Hermione gli sfiorasse il torace.

“Fossi in te starei più attento, Malfoy. Ti faccio notare che la bacchetta è puntata al cuore” replicò spavaldamente lei.

“E’ il posto meno sensibile che io ho”

Hermione sentì il sangue congelarsi nelle vene al suono di quella voce, fredda quasi quanto gli occhi che ancora tenevano incatenato il suo sguardo. Lui rimase qualche istante lì, fermo, a fissarla con sguardo impassibile. Poi sollevò una mano e con un movimento estremamente lento abbassò la bacchetta di lei verso il pavimento, senza mai distogliere gli occhi dai suoi.

Hermione si sentì come paralizzata. Non riusciva a muovere un solo muscolo. Come cazzo faceva Malfoy ad incutere quel terrore assurdo con il solo sguardo? Presto detto, era figlio di un Mangiamorte….ed Hermione era quasi certa che anche lui portasse il famigerato Marchio Nero, sebbene non avesse mai avuto modo di confermare la sua ipotesi.

La ragazza cercò di mascherare la sua agitazione. Ci mancava solo che lui capisse quanto riusciva a metterla in soggezione! Tuttavia, per quanto si sforzasse, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel volto impassibile, e si ritrovò nuovamente a chiedersi come un essere umano potesse possedere tutta quella calma e sangue freddo.

Vedendo che la Grifondoro non mostrava segni di cedimento, Draco si convinse del fatto che la Granger non avesse sentito alcunché poco prima, mentre lui e Blaise parlavano di quanto era in programma quel giorno. Lentamente si scostò da lei, indietreggiando di qualche passo. Poi, senza dire una parola si girò e se ne andò.

Hermione rimase ferma a fissarlo, mentre la figura del biondo, avvolto in un lungo mantello nero, si allontanava sempre di più. Passarono alcuni minuti, e finalmente la Grifoncina decise di raggiungere i suoi amici in Sala Grande. Ma mentre scendeva le scale, la sua mente lavorava incessantemente tra mille pensieri. E quando infine giunse davanti alla gigantesca porta di legno massiccio, aveva stabilito con precisione quello che doveva fare.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (3 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
chyo-chan - Voto: 27/12/08 20:42
non scherzo se dico che questa fic è UNICA! 3^ volta che la leggo..eheh.. sei un mito!! :-)
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deaselene - Voto: 10/11/08 19:26
wow è proprio una bella fic... bravissima
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hinaru - Voto: 16/05/08 17:12
bella la fic!! complimenti!!!
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