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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: L'ECLISSI DEL SOLE
Genere: Sentimentale, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Lemon, Yaoi
Autore: cristina-mirai galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/12/2006 11:55:48 (ultimo inserimento: 20/10/07)

Dopo un sacco di tempo, riecco la vostra cleochan all'attacco!! Non so come verrà sta cosa... vedremo. Buona lettura!
 
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- Capitolo 1° -

Tutti i personaggi sono maggiorenni e non esistenti, se non nella mente geniale della Minekura e di tutti i suoi seguaci! (Amen ù.ù ndCleo)

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Il cielo al di fuori della finestra era d'un colore scuro e uniforme coperto dalle nubi che ammassate l'una contro l'altra scatenavano lampi di luce e saette dorate, uniche fonti di luce in quello scenario da fine del mondo che.
La pioggia correva imperterrita senza fermarsi un attimo, incidendo perpetuamente e con insistenza sulla vitrea lastra della finestra mentre il suono delle stesse gocce d'acqua incalzava all'interno della tetra stanza. All'interno della stessa, era solo la pallida luce di una candela ad illuminare le tenebre ed a far scintillare come al solito i fili biondi che formavano la capigliatura di Sanzo; abbigliato di un paio di jeans blu oltremare con sopra solo il lupetto smanicato che è solito indossare, con i capelli legati in un codino non troppo lungo che appena sfiorava le spalle, il monaco immobile poneva lo sguardo violaceo sulla pioggia. Il ticchettio continuo di quella invadeva il suo udito impedendogli di avvertire ogni altro suono, quasi fosse un rombo capace di annullare ogni altro suono esistente. Sdraiato sul letto con l'occhi puntati al soffitto, con la sigaretta alle labbra, un groviglio di pensieri si andavano intrecciando e strecciando nella sua mente e le immagini a quelle relative scorrevano su quella parete candida come fossero fotogrammi di un filmato.
L'espressione non era troppo diversa da quella d’ogni giorno, con le sopracciglia come sempre inarcate in un cipiglio arrogante e che dimostrava severità... ormai erano talmente tante le volte che le immagini donategli dalla pioggia scorrevano innanzi all'occhi della sua mente, che non lo sconvolgevano o lo rendevano più irritabile di quanto già non fosse, anche se era comunque meglio stargli a debita distanza.
Nel silenzio che lo circondava alla fine venne a lacerare quello stesso il rumore della porta che veniva dischiusa accompagnata da un lieve cigolio.

"Ehi Sanzo, posso entrare?"

Una voce squillante penetrò l'aria, portando il giovane monaco a voltare lo sguardo verso colui che aveva fatto accesso: innanzi a lui il giovane eretico sostava innanzi la porta della camera, che stava diligentemente richiudendo con la mano sinistra mentre nell'altra manteneva un vassoio di ferro con sopra una ciotola chiusa da un coperchio di terra cotta, delle posate, un tovagliolo di stoffa candida con disegnati dei petali di ciliegio e una lattina di birra, il tutto sopra una piccola tovaglietta bianca merlettata. Chiusa la porta accompagnato da suono della fessura che andava tappandosi, Goku si voltò verso il giovane intrecciandone gli occhi d'ametista; con un allegro sorriso quindi, prendendo con ambe le mani il vassoio, il ragazzino dai capelli color del castagno avanzò verso il compagno con un'aria come sempre gioiosa in volto.

*Ti ho portato il pranzo! Ormai l'ora è passata da un pezzo ma dato che non sei sceso alla mensa, ho pensato di portati qualcosa.*

Giunto davanti al letto ponendo il vassoio sul comodino affianco alla testata del giaciglio, la mano ambrata del demone andò sollevando il coperchio della ciotola, andando a mostrarne l'interno ricolmo di riso fumante. Avvicinando appena il naso alla ciotola e inspirando il fumo leggero ad occhi chiusi, con un'espressione quasi eccitata Goku continuò a parlare.

*Mh... ha un odore buonissimo. Questa taverna ha un cuoco bravissimo."

Le parole del ragazzo erano seguite dal monaco che nel frattempo lo osservava senza troppo interesse: l'iridi penetranti scorrevano lentamente la figura del demonietto come a studiarla partendo dai piedi fino a raggiungerne il volto dai tratti fanciulleschi e vivaci. Non una parola andò a seguire quelle di Goku per un certo tratto di tempo, mentre lo sguardo di Sanzo si era andato a fissare su quello dorato del compagno che nel frattempo si era voltato verso di lui... aveva quasi l'impressione di essere calamitato dall'oro scintillante residente sul volto del giovane. Dopo un pò, mentre Goku ancora attendeva silenziosamente una sua parola, il monaco andò volgendo il capo altrove, chiudendo gli occhi e sollevandosi dal giaciglio.

*Nessuno ti ha chiesto di portarmi da mangiare... il fatto che non sia sceso significa che non avevo voglia di nulla, e io non sono come te che se poco non ingurgito qualcosa inizio a lamentarmi come una scimmia petulante.*

Le sue parole furono accompagnate da un gesto della mano destra che portava via dalle labbra la sigaretta ormai giunta al filtro premendola con lieve forza sul posacenere di metallo posto affianco dello stesso vassoio portato da Goku. La voce come sempre sprezzante ma calma riecheggiò tra le pareti dell'ampia stanza sfociando nel suono della pioggia battente sulla finestra.
Da parte sua il giovane diciottenne a quelle parole non cambiò molto espressione che solo per un istante perse il sorriso disegnato sulle labbra, ma di cui subito si appropriarono nuovamente.

"Pensavo che ti avrebbe fatto piacere e quindi..."

"Rimane che nessuno te lo ha chiesto..."

La voce di nuovo severa e profonda di Sanzo interruppe il proferire del giovane in stanza con lui, che in parte interdetto andò a guardarlo con lo sguardo si potrebbe dire sorpreso; osservò il monaco che nel frattempo si era voltato dandogli le spalle, sdraiandosi sul fianco dando il volto al muro totalmente incurante della sua presenza.
Per un tempo forse non possibile da calcolare con le misurazioni normali, il demone rimase a fissare la schiena del suo sole.
Lo sguardo stavolta non riprese subito il suo aspetto allegro, com’era successo poc'anzi, al contrario andò a dipingere su quei tratti fanciulleschi una lieve malinconia: ormai sarebbe dovuto essere abituato agli sbalzi d'umore di Sanzo nei giorni di pioggia... e anzi quella volta non era stato neanche troppo violento nel rinfacciargli che si doveva togliere dai piedi... ma mentre ancora l'osservava in silenzio, in cuor suo non poté fare a meno di chiedersi se fosse peggio sentirsi urlare contro di doversene andare oppure ricevere quel trattamento di totale indifferenza maggiormente accentuata dalla pioggia battente.
Ancora qualche momento passò prima che alla fine nell'aria la voce di Goku risuonasse, tranquilla ma meno allegra di quella precedentemente usata.

*Vabbè... in questo caso io vado Sanzo, non ti disturbo oltre. Ci vediamo dopo che magari ripasso a prendere il vassoio... oppure... insomma... ci vediamo dopo.*

Le parole scorrevano abbastanza fluidamente dalle sue labbra, disinvolte quanto bastava per non far capire - o almeno sperava- a Sanzo che le sue parole come sempre gli avevano fatto male. Raggiunto quindi l'uscio della stanza e apertolo con la mano destra, l'eretico finì per uscire in silenzio dalla stanza richiudendosi la porta lignea alle spalle.
Alla chiusura della porta, solo ora il giovane dai capelli dorati andò aprendo le palpebre ponendo lo sguardo sul muro, per quindi voltarsi ad osservare il punto in cui il compagno era rimasto, a poco meno di un paio di metri dal suo letto, per poi osservare la porta oscura nella penombra della candela.
Anche se non avrebbe voluto la sua attenzione rimase immobile sulla porta più a lungo di quanto non desiderasse, quasi stesse attendendo che quella maniglia si riabbassasse e permettesse un nuovo accesso alla presenza di Goku in quella stanza, che peraltro in quelle serate passate alla locanda divideva con lui.
Dato che la porta, come giustamente doveva essere, non andò a riaprirsi, lo sguardo di Sanzo andò a posarsi sul giaciglio che era posto sulla parete che faceva angolo a quella dove il suo letto poggiava; le lenzuola di quel giaciglio erano state messe in perfetto ordine dallo stesso ragazzino diciottenne quella mattina con una cura quasi insolita per lui... probabilmente non si era accorto quel giorno che Sanzo era bello che sveglio mentre il demone usciva dalla stanza lasciando tutto in ordine... infatti l'aveva sentito muoversi e anche se le intenzioni di Goku erano tra le migliori, di certo la delicatezza nel fare le cose non era una sua prerogativa.
L'aveva notato e ci stava ripensando in quel momento... quella cura che il demonietto metteva nell'ordinare la stanza nei giorni di pioggia era giunto alla conclusione essere un atto di preoccupazione per lui, in quanto già era irritabile per di suo, inoltre il disordine gli dava sui nervi in quegli giornate. Era come se il disordine potesse essere qualcosa di legabile al continuo tormento che la pioggia gli impone. Rimase comunque lo sguardo del monaco su quella parte della stanza, così perfettamente pulita e ordinata... così poco "della scimmia".
Alzandosi lentamente a sedere sul letto portando la mano destra tra i capelli della frangia scostandoli indietro liberando il chakra scarlatto sulla fronte diafana con uno sbuffo quasi scocciato, quasi fosse nuovamente calamitato rivolse gli occhi al luogo dove Goku aveva dormito. Dopo qualche istante dove il silenzio rotto dal continuo scroscio sanciva il tempo, il monaco si sollevò dal proprio giaciglio portandosi fino a quello opposto al suo, fermandovisi davanti. Lo osservo con attenzione, percorrendo le lenzuola fino ad arrivare sul comodino, sulla candela spenta sullo stesso e sulla sedia innanzi, sul quale gli abiti soliti di Goku erano sistemati ordinatamente.
Era proprio sbagliato quel modo di tenere quella parte della stanza... ordinata quasi forse più della propria...
Con una mano andò a sfiorare la camicia dell'eretico sistemata sullo schienale della sedia per prenderla qualche secondo dopo tra le mani; osservandola per poi portarla quasi inconsapevolmente vicino il volto, si trovò a chiudere gli occhi annusandone l'odore: era fresca e sapeva di pulito, ma qualche odore in più... qualcosa che era al di fuori dei profumi comuni e conosciuti...
Rimase qualche momento in quella posizione, come a ricercare un senso reale a quell'odore, fino a che dischiudendo l'iridi color ametista fissò quello stesso tessuto con un certo disprezzo e stupore. Fu con un gesto di stizza che lasciò cadere la camicia color beige sul letto tutt'altro che ordinatamente.

"Tsè... ma guarda che idiozia."

Si era fissato troppo su quell'indumento, su quell'odore, su quella parte di stanza... di era soffermato troppo su Goku.
Impazientemente prese una sigaretta dal pacchetto sul comodino accendendola, diede uno sguardo ancor attento al vassoio consegnatogli dal ragazzo, e quindi costringendosi di nuovo con convinta irritazione a scostare lo sguardo si rituffò nel letto dando le spalle allo spazio vuoto irradiato dalla candela.

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Al di fuori della locanda, seguendo i vicoli deserti di quel piccolo paesino dove Hakkai li aveva condotti presaggendo l'imminente tempesta, Goku a volto basso passeggiava sotto la pioggia che non troppo violentemente lambiva la sua persona: i capelli castani scompigliati mantenuti in un certo senso in ordine dal cerchietto metallico che gli cingeva la fonte erano appesantiti dall'acqua piovana e si attaccavano ostinatamente alla pelle del volto ambrato su cui spiccavano le due gemme ambrate; il passo non era rapido e permetteva di ascoltare il suono dei suoi stessi passi sul terreno fangoso.
Non gli importava molto che la maglietta bianca si andasse inumidendo diventando semi trasparente e tanto meno gli interessava che i pantaloni si sporcassero e appesantissero... l'unica cosa che in quel momento risuonava nella sua mente era la voce di Sanzo che come un eco si rifletteva nei suoi ricordi.

+°*Nessuno ti ha chiesto di portarmi da mangiare... il fatto che non sia sceso significa che non avevo voglia di nulla, e io non sono come te che se poco non ingurgito qualcosa inizio a lamentarmi come una scimmia petulante.*°

Non erano parole gentili... non ce n'erano mai state per lui, né nei giorni di sole né in quelli di pioggia. Ci sarebbe ormai dovuto essere abituato, invece sempre e in ogni caso il tono sprezzante che gli era riservato lo pungeva sempre in profondità, a volte anche oltre il limite... ma alla fine ci si fa il callo anche a quello.
Ma infondo non era quello a tormentarlo: da parecchio tempo ormai infatti si era reso conto che la voce del monaco non lo abbandonava mai, che le sue frasi anche se poco carine non smettevano mai di entrargli in testa e di girare a circuito chiuso nella sua mente facendogliele riascoltare ancora e ancora, ma la sua attenzione più che al significato reale dei verbi finiva sempre a concentrarsi sulla musicalità della voce di Sanzo.
All'inizio la cosa non riusciva a comprenderla, gli era del tutto incomprensibile per quale assurdo motivo quelle parole dovessero essere per la sua anima come un mantra continuo... la prima ipotesi che si dette era quella di soffrire più del dovuto per il poco tatto riservatogli dal suo sole... ma pian piano andò comprendendo che anche se soffriva era la voce del monaco che voleva conservare nel proprio cuore.
Allentando il suo passo fino a fermarsi totalmente sotto la pioggia, alzò lo sguardo verso l'uggioso cielo piangente concedendo il permesso alle gocce di scivolare lungo le sue gote.
Era lampante il motivo per cui la voce del monaco non voleva lasciarlo stare, per quanto sprovveduto e infantile potesse dimostrarsi comunque alla fine anche la "stupida scimmia" continuava giorno dopo giorno a crescere e quindi a prendere consapevolezza di cosa significasse vivere, odiare, provare affetto per la gente e quel che aveva intorno... e quindi anche a capire di poter amare qualcuno.
Ci aveva messo parecchio tempo, più di quanto effettivamente era necessario a prendere sicurezza di quella faccenda, ma Goku aveva dovuto fare i conti con molte cose prima di decretare almeno a se stesso i suoi sentimenti.

*Fredda e pungente... proprio come lui... la pioggia potrebbe essere tale e quale a Sanzo.*

Sollevando una mano volgendo il palmo verso il cielo fece in modo che la pioggia lo pungesse ininterrottamente sotto il suo sguardo dorato.

"Ho combattuto parecchio per arrivare alla conclusione... sono un ragazzo, sono un eretico, sono solo un tizio che lo accompagna in un viaggio verso una meta sconosciuta a combattere un nemico di cui si conoscono solo le gesta maligne e leggendarie... aggiungiamoci anche che provo affetto per Sanzo e stiamo apposto...
Affetto... sì come no, cerco anche di mentire tuttora a me stesso... quasi fosse utile a qualcosa. Neanche a dire che provo sollievo nell'autoconvincermi che quello che sento non è realmente quel sentimento che so benissimo essere..."

L'eco di quella parola poteva quasi sovrastare la pioggia mentre l'iridi metalliche brillanti d'oro continuavano a perpetrarsi sulla mano lambita dalla pioggia.
In tutta la stradina era sovrano il silenzio e nulla fece presagire al giovane eretico quel che stava per accadere: di punto in bianco, mentre stava lentamente abbassando il braccio pronto a riprendere il proprio cammino senza meta, sul braccio destro andò lacerandosi la camicia come se fosse stata stracciata in un secondo da un affilato coltello che aveva lasciato le sue tracce anche sulla pelle del giovane e una ferita lieve prese a sanguinare leggermente.
Colto alla sprovvista Goku si portò automaticamente indietro con un balzo indietro spalancando la mano destra.

"Nyoibo!"

La sua voce decantata fece apparire il bastone rubineo tra le mani dell'eretico che artigliandolo anche con l'altra mano si mise in posizione di difesa ma neanche un attimo che qualcosa parve intrupparlo violentemente sulla schiena costringendolo ad avanzare barcollando di qualche passo. Si voltò ora in quella direzione per cercare di capire cosa avesse intruppato, ma di nuovo qualcosa andò colpendolo alla spalla sinistra come con un violento schiaffo costringendolo a voltarsi. E una e due e tre volte ancora si trovò a barcollare colpito da invisibili raffiche di vento, o almeno quella era l'unica percezione che possedeva.

*Ma che diamine sta succedendo accidenti! Che cosa cavolo...*

Il tempo di finire il pensiero non gli fu concesso in quanto in un attimo che aveva indietreggiato, mentendo l'occhio destro serrato per contrastare il fastidio delle lievi ferite che quei colpi incomprensibili gli avevano procurato su ambe le spalle e sulla parte sinistra del bacino, come se qualcosa gli facesse lo sgambetto si ritrovò a terra battendo violentemente la schiena. Costretto dalla botta ad inarcarsi gli sfuggì anche la presa sul nyoibo che, come per magia venne scaraventato lontano dalla sua mano; ormai preso quasi dal puro terrore incapace di capire che stesse succedendo in quelle frazioni di secondi, il suono di un grido stridulo gli perforò le orecchie costringendolo per la prima volta a capire da dove stava venendo un attacco. Ad occhi dilatati poté guardare solo davanti a sé il nulla, anche se distinto avvertiva l'avvicinarsi di un colpo al suo volto... rimase immobile inerme, mentre quello stridulo urlo gli torceva i timpani quando all'improvviso una luce scintillante e azzurrina non invase la notte piovosa.
Accecato e di nuovo preso alla sprovvista, Goku si portò una mano innanzi il volto gemendo appena per quell'intenso bagliore quando sentì un tonfo al suo fianco e di nuovo quella voce stridula gridare e gemere.
Riprendendo possesso della vista anche se con molta difficoltà, riuscì a scorgere una presenza al suo fianco ammantata di stracci scuri che si teneva in una posizione pronta all'attacco e innanzi a quella...
L'iridi rimasero paralizzate: un mostro dalle sembianze umane, gigantesco e gobbo che strusciava appena le mani al terreno, con un'orrenda espressione sul viso macchiato di bianco e lacerato dal sangue sgorgante da una ferita sulla cavità orbitale destra vuota dell'organo della vista gracchiava e gemeva fissando quella persona che era innanzi a lui nascosta dal mantello.
Non riuscì a fare molto, se non restare immobile mentre quel "coso" si lanciava all'attacco dell'oscuro figuro, il quale senza esitazione e senza scostarsi da davanti a Goku portò con decisione le mani in avanti congiungendo i polsi e liberando un'enorme quantità d'energia azzurrata colpendo in pieno l'avversario, facendolo svanire all'interno della stessa energia. Fece in tempo il diciottenne a sollevarsi sui gomiti che subito altri cinque o sei di quegli indefiniti mostri si presentarono al cospetto suo e del nuovo arrivato.

"Accidenti, ma si può sapere cosa sono?!!!"

Fu la prima cosa che gli venne in mente da chiedere sollevandosi e restando alle spalle dell'uomo mantenendo il nyoibo tra le mani, esitante.

"Stai fermo qui e non t’intromettere."

Furono quelle sole parole ad essere espresse dall'ammantata figura, ma prima che Goku potesse anche solo fiatare quello era già partito all'attacco dei nemici.
Non ci volle molto che alla fine tutti i Cosi vennero sterminati e inghiottiti da quell'energia azzurra che il nuovo arrivato andava scagliandogli contro come onde d'energia oppure liberandola direttamente a colpo di pugno andato a segno. Ancora immobile nella sua originaria posizione il demonietto era paralizzato ad osservare la scena appena conclusasi. La pioggia era tornata a scorrere sul suo viso e la cosa lo sorprese tanto da portarlo a guardare il cielo uggioso... non si era accorto che dopo la prima ondata di energia azzurra la pioggia aveva smesso di colare su di lui; guardandosi notò anche che le vesti si erano miracolosamente asciugate così come anche i capelli.

"Ma che..."
"Ti sei fatto qualche ferita ragazzino?"

La voce della figura ammantata raccolse la totale attenzione del demonietto. Rimanendo qualche istante silente Goku poté notare che l'inclinazione di quella voce aveva qualcosa di familiare.
Nel frattempo quella persona l'aveva raggiunto e fermandoglisi innanzi aveva portato lo sguardo celato dal cappuccio alle ferite sulle spalle dell'eretico e con quello aveva anche sollevato una mano per andare a sfiorare i tagli. Non sapeva bene per quale motivo, ma quel tocco portò Goku ad arrossire e ad allontanarsi.

"Non... non mi sono fatto nulla..."
"Stai fermo, le ferite provocate da quegli affari non si rimarginano tanto facilmente. Vedi di non essermi d’intralcio e fammi dare un occhiata avanti."

Quel tizio si era avvicinato di nuovo a Goku ponendogli senza troppe cerimonie la mano sulla spalla e costringendolo ad avvicinarsi per osservare le ferite; nel farlo andò a togliersi il cappuccio con la mano destra liberando il volto e al demone quasi prese un collasso: innanzi a lui apparve un uomo sulla ventina con i capelli neri forse come lo stesso mantello che indossava ma che sembravano quasi fatti di stoffa modellati con una frangetta che copriva in parte l'occhio destro, la riga dalla parte destra della nuca e con due ciuffi corvini a coprirgli le orecchie al quale spiccavano due orecchini argentati; dietro la nuca, un lungo codino che sfiorava la metà della schiena fluttuava quasi fosse esterno alla pioggia battente; il volto contornato dal crine scuro era di un pallido quasi selenico e in esso spiccavano due occhi colorati d'azzurro come le pietre dell'acqua marina dal taglio all'ingiù; l'espressione era severa e distaccata ma al contempo concentrata.
I battiti del cuore del ragazzo presero ad incidere più rapidi, in quanto se non fosse stato per qualche dettaglio approssimato e il colore dei capelli e degli occhi, quel giovane somigliava tantissimo a Sanzo.
Il giovane senza nome per qualche minuto continuò ad esaminare le lacerazioni sulla pelle ambrata dell'eretico, seguito dallo sguardo quasi paralizzato dello stesso Goku che sembrava non poter staccare gli occhi da quella figura e dalle iridi scintillanti come il ghiaccio più puro. Alla fine il ragazzo sollevò il volto sull'eretico, che forse involontariamente sussultò e sentì la faccia divenire totalmente un fuoco all'intreccio dell'iridi proprie con quelle dell'altro, che lo osservò perplesso.

"Hai anche la faccia rossa... forse è meglio che ti curi al più presto. Forza vieni con me.*

Senza troppi preamboli e senza aspettare un sì o un no da parte di Goku, il ragazzo senza nome cinse il polso dell'eretico trascinandolo con sé in una catapecchia poco distante che aprì non con molta delicatezza, dandogli un calcio massiccio e senza timori.
Portatisi entrambi all'interno si fermarono al limitare della stanza, ove un camino mezzo sfasciato ancora era utilizzabile e di cui lo strano individuo si servì per accendere uno scoppiettante fuoco, il quale non ci mise molto ad invadere la stanza.

"Spogliati avanti.”.
"Co... cosa!?"

Se prima il volto di Goku poteva essersi incendiato, in quello stesso istante in cui le parole dell'uomo erano giunte al suo udito il colore purpureo del suo volto si accese abbastanza da poter concorrere alle lame infuocate del camino.

"Hai sentito bene, spogliati avanti. Devi toglierti quella camicia..."

L'inclinazione della voce dell'uomo era severa e inflessibile e così simile a quella di Sanzo che mise soggezione al demonietto il quale dopo qualche tensione portò ambe le mani ai bottoni della camicia e con una lentezza disarmante andò sfilandosela lasciando in mostra il petto. Accasciandola quindi visino a sé portò le mani a cingere le caviglie chiudendosi su se stesso, scontando il volto arrossato in tutt'altra direzione.

*Cosa mi prende... sento il volto che va a fuoco. Questo ragazzo somiglia terribilmente a Sanzo! Ha lo stesso aglio d'occhi, la stessa voce, lo stesso carattere... se non fosse per i capelli neri e gli occhi azzurri potrei benissimo scambiarli! Si può sapere chi accidenti è!? E che diamine erano quei cosi!!! Io non*

"Stai fermo che potrebbe bruciare."

La voce severa del giovane ripercosse Goku portandolo a volgersi verso di lui con aria interrogativa, quando un intendo bruciore lo colse impreparato alla spalla destra.

"Ahia!!!"
"Avanti evita di fare il lagnoso, ragazzino!"

Lo ammonì subito il giovane dai capelli corvini, serrando una stretta sulla spalla del giovane eretico per bloccargli un tentativo di sottrarsi ad una pomata dal colore violaceo che aveva apposto su una pezza poggiandola sulla spalla del ferito.

"Ma che cosa fai!"
"Ti curo le ferite idiota!"

Sobbalzò. Lo sguardo glaciale così simile a quello di Sanzo si era posato con una freddezza immensa su di lui impedendogli di dire un'altra parola ancora e rifacendo divenire le gote purpuree.

"Il taglio di quegli affari procura mancanza di forze e febbre per parecchi giorni fino a che non ti va lacerando completamente la salute... di solito ci vuole parecchio tempo, ma vedo che la tua faccia ha già iniziato a tingersi di rosso. Strano... meglio essere previdenti non si sa mai."

Si, il suo volto era di un colore che rasentava ormai il magma, ma non era di certo per le ferite che aveva riportato: quello strano ragazzo somigliava troppo al suo sole e mentre lo stava curando sentiva la mano d'egli sfiorarlo e provocargli inconsapevolmente un sacco di brividi... se poi univa anche il suono della voce era finita. Inoltre, quella somiglianza quasi letale mandava in confusione Goku, poiché egli si stava dimostrando a suo modo preoccupato per la sua salute accertandosi che non avesse la febbre, percorrendo ogni centimetro del suo corpo scoperto alla ricerca di ferite anche lievi, e il sottostare a quello sguardo ghiacciato ma così vicino a quello che adorava guardare in tacito silenzio lo angosciava.
Dopo qualche minuto il ragazzo dai capelli neri decise che era tutto apposto, smettendo di scrutare il corpo di Goku con attenzione mettendo in soggezione l'altro.

"Mantieni quelle bende almeno per un paio di giorni e le ferite dovrebbero andarsene senza problemi. Non c'è bisogno che cambi le fasciature tanto sono fatte apposta per rimanere a lungo ad occupare la parte curata."
"O...ok"
"Bravo"

Rimettendo in ordine la boccetta di pomata e le strane bende, il tizio aveva dato le spalle al giovane eretico spostandosi verso una sacca dove posò gli oggetti; andò anche a togliersi il mantello rivelando un corpo asciutto e ben mostrato da una maglia nera attillata molto simile al lupetto del monaco con sopra una camicia candida, sotto un paio di jeans chiari stracciati qua e là posti a coprire degli scarponi scuri.
Senza far caso al giovane che aveva con sé, che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso quasi incantato, andò a sciogliersi il codino liberando i fili di seta corvina.
Seguiva ogni suo gesto il demonietto, ogni più lieve cambiamento nella postura o nello sguardo mentre quello si adoperava in quella catapecchia: era totalmente simile al suo sole e più gli stava accanto tacitamente più il cuore prendeva a battere all'impazzata. Scosse il capo violentemente.

*Ma cosa cavolo mi prende oggi!! Non è Sanzo! Non è Sanzo!... Non è Sanzo eppure... guardarlo mi fa venire gli stessi brividi che provo quando osservo lui. Com’è possibile che siano così simili! E' una cosa quasi inconcepibile... però...
I suoi occhi sono così azzurri che sembrano potermi congelare...
I capelli sono quasi identici solo più lunghi e neri...
Sommando le due immagini sembra quasi che lui possa essere la luna che eclissa lo splendore del sole avendo un fascino tutto suo... una luce... oscura.*

Sgranò gli occhi. D'improvviso di nuovo si era concentrato sul corpo del ragazzo che ora era andato togliendosi gli indumenti sovrastanti sostituendoli con un golf azzurrino... e aveva anteposto l'immagine di lui a quella di Sanzo come se niente fosse, definendolo anche la Luna che oscura il sole intanto che l'immagine di quegli occhi e di quei capelli sovrastavano la lucentezza dorata e l'intensità violacea delle caratteristiche di Sanzo.

"Che... che cos'erano quei cosi?"

Si costrinse a chiedere, anche se la voce gli uscì titubante. Voleva fare qualcosa... qualcosa affinché la sua mente non si concentrasse sulla somiglianza tra quel giovane e il suo Sole.

"Non sono cose che ti devono interessare ragazzino... saperne il nome non ti renderà certo in vantaggio su di loro. Piuttosto, tu li hai visti vero quando li ho distrutti..."
"Bè... sì li ho visti, se ti riferisci a quegli affari orrendi."
"Mh"
"Ma prima non ho visto nulla però... come è possibile che non avessi avvertito la loro aura e la presenza del pericolo..."
"E' una cosa normale per chi non ha a che fare con quei °Cosi°... diciamo che sono entità al di fuori della portata comune. E' strano comunque che abbiano finito per attaccarti... in te ci deve essere qualcosa che non gli piace direi."

Il giovane senza nome osservò il demonietto standogli ad una certa distanza scrutandolo e mettendolo di nuovo in soggezione ma seppur il cuore avesse accelerato la corsa Goku mantenne saldamente il suo sguardo dorato fisso sul volto dell'uomo.

"Hai gli occhi dorati... sei un eretico..."

Sobbalzò appena. Il tono che aveva usato sembrava essere stizzito innanzi a quella consapevolezza. In qualche modo quello gli fece male, non tanto per quel che aveva detto ma che Chi l'aveva detto... anche se sapeva essere tutt'altra storia rispetto a Sanzo lui...

"Chiedo scusa, non volevo offenderti."
"Eh!?"

Rimase sorpreso e arrossì di colpo tornandolo a guardare dopo essersi voltato e notando che gli aveva preso la mano destra con la propria e si era portato alle labbra la parte posteriore del polso. Non capì all'inizio e stava per ritirare vergognosamente la mano quando dal punto che era stato sfiorato era apparso un simbolo nero, come un tatuaggio, illuminato da una luce intensa e dorata rappresentante un cerchio con al centro una croce. Goku osservò con meraviglia quel simbolo sulla sua pelle che finì presto di brillare.

"Un'eresia della terra... sei un foglio puro della terra vero?"
"Come fai a...!"
"Il simbolo che è apparso sul tuo polso è il simbolo astrologico della terra... in poche parole potrebbe definirsi un marchio di fabbrica per le esistenze che non sono prettamente umane...
Dunque questo sta a chiarire perchè ti hanno attaccato..."
"Senti, la smetti di parlare a mezzi termini e mi spieghi che accidenti sta succedendo!?"

Una fulminata lo raggiunse a quelle parole da parte del giovane con gli occhi zaffirei e si azzittò all'istante, abbassando lo sguardo come se avesse osato troppo nel parlare. Continuava a meravigliarsi di quale effetto avesse lo sguardo di quel personaggio su di lui. Riflettendoci gli sembrava di essere tornato a quando temeva Sanzo lo bruciava con lo sguardo a causa della pioggia. A quel pensiero proprio la pioggia andò osservando e ascoltando dall'interno della catapecchia.

*Che cosa starà facendo ora Sanzo? Con tutto questo trambusto ho perso la cognizione del tempo... quanto sarà che sono uscito dalla locanda? Forse gli altri si staranno preoccupando... dovrei cominciare a tornare ma...*

Non voleva muoversi. Aveva come la sensazione che se si fosse poco poco si fosse mosso il ragazzo con lui l'avrebbe fulminato di nuovo e non avrebbe mai voluto, si sentiva troppo agitato ad incontrare quello sguardo penetrante.
Si rese conto che il cuore gli batteva al'impazzata e che il suo corpo e la sua voce erano totalmente paralizzati.

*Sanzo... Sanzo... Sanzo...*

Era un richiamo ovvio quello che continuava come un mantra nella sua mente ora che voleva allontanarsi; anche se non era una situazione di pericolo aveva l'estremo bisogno di aggrapparsi all'immagine del suo sole... cosa che per la prima volta gli apparve difficile.

"E' meglio che torni a casa."
"Come?"
"E' tardi... ormai l'ora di cena è passata..."
"Che Cosa!! E' così tardi!! Sanzo mi uccide!!!!"

Alzandosi di colpo da terra quindi Goku senza pensarci due volte si fiondò verso la porta della catapecchia per scappare verso la locanda, ma prima che potesse uscire fu bloccato dal ragazzo simile al monaco che lo trattenne per il polso destro riportandoselo vicino.

"Vedi di stare attento..."
"Ma..."
"Non sei molto al sicuro adesso con quei °Cosi° in giro... verranno di certo a cercarti di nuovo."
"Parli di quei... ma perchè dovrebbero cercarmi scusa!"
"Il tatuaggio che ti è venuto sul polso ti permetterà di vederli a differenza di prima, che eri una preda semplice. Stai in guardia capito ragazzino... non vorrei che fossi... la prossima vittima."

La voce del giovane gli fece perdere un battito. Intrecciò lo sguardo ghiacciato mentre quello gli manteneva il polso sigillato nella propria mano e gli era affianco, ne potè annusare il suo odore che sapeva di fresco. Non poteva dire quanto tempo rimase a fissarlo, perdendosi in quelle lastre di ghiaccio che sembravano penetrarlo, scrutarlo e perforare la sua anima.
Alla fine quando gli lasciò il polso fu per un attimo restio ad andarsene e condusse solo il polso al petto.

"Avanti, cammina... hai detto che qualcuno ti stava aspettando no?"
"S.. si..."

A passi lenti e all'indietro si allontanò quindi dalla catapecchia mantenendo lo sguardo sul giovane che ricambiava; quindi con un refrattario gesto si voltò e prese a correre verso la locanda.


 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
angelica26 31/07/08 16:30
Una storia stupenda!!!!!
Però aggiorna subito. Non vedo l'ora di leggere il prossimo cap ^________^
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Rif.Capitolo: 1
angelica26 - Voto:
31/07/08 16:30
Una storia stupenda!!!!!
Però aggiorna subito. Non vedo l'ora di leggere il prossimo cap ^________^
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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