Manga e Anime
creata dalla serie "NARUTO":
"SHE JUST LOOKS AT THE WORLD"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Introspettivo
Avviso:
One Shot
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Hinata stava sempre in un angolo, ferma, ad osservare tutto scorrerle davanti ignorandola, come in un film. E lei ne era la spettatrice.

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 31/12/2006 13:14:05
 
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Eccomi di nuovo qui. Vorrei salutare Ross e LightAngel...Non so, ma vista l’occasione, dedico questa fanfic a Kodamy, per il suo compleanno, anche se dubito che la leggerà mai. Non l’avevo previsto, ma visto che ci siamo....


<u><b>She Just Looks At The World</b></u>
[Hinata]


Hinata non amava essere al centro dell’attenzione.
Preferiva stare in disparte, ad osservare il mondo che andava avanti senza di lei.

<center><i>[Il mondo, per andare avanti, non ha affatto bisogno di me]</i></center>
Era stato proprio in quel modo che aveva capito molte cose. Sugli altri, ma anche su lei stessa. E pensava che probabilmente gli altri non avevano capito il valore del silenzio e dell’indiscrezione.
Erano chiassosi, turbolenti...non stavano mai fermi. E più loro si agitavano, più lei desiderava la calma, quasi a compensare la loro agitazione.

<center><i>[Forse cercano di colmare la mancanza di pensieri concreti in questo modo]</i></center>

Hinata stava sempre in un angolo, ferma, ad osservare tutto scorrerle davanti ignorandola, come in un film. E lei ne era la spettatrice.

<center><i>[Forse l’unica]</i></center>

Avrebbe voluto spiegare agli altri, i chiassosi e gli agitati, quante cose si potessero imparare semplicemente osservando.
Ci provava, alcune volte. Ma otteneva solo incomprensione e perplessità, di gente “normale” di fronte a quel modo di pensare così “strano”.
Lei, da parte sua, aveva provato molte volte ad immedesimarsi nei loro pensieri, così simili tra loro.

<i><center>[Ma era un universo sconosciuto,
che non sarebbe mai riuscita a raggiungere da sola]</center></i>

E dopo ogni tentativo fallito, tornava a sedere nel suo angolino, che mai aveva bisogno di essere spolverato.
Probabilmente, ad occhi estranei poteva apparire lei stessa un grazioso soprammobile.

Non si sentiva mai sola. Ormai era riuscita ad autoconvincersi.
C’erano tante cose a farle compagnia.

I suoi libri.

<center><i>[Sempre gli stessi, letti migliaia di volte]</i></center>

I fiori.

<center><i>[Graziosi, ma le cui vite non erano mai intrecciate alla sua]</i></center>

Gli uccellini che venivano a posarsi sul suo davanzale, tutti i giorni, che ormai conosceva meglio delle persone.

<center><i>[Che poi volavano inevitabilmente altrove,
sordi alle sue preghiere di portarla via con loro]</i></center>

C’erano tante cose a riempire le sue giornate.

<center><i>[Anche se in quel momento non le venivano in mente]</i></center>

La sua non era mai stata arroganza. Sempre e solo un freddo distacco da ciò che la circondava.
Si era chiesta il perché molte volte, ma non aveva mai saputo darsi una risposta certa.
Usava spesso paragonarsi alla luna, fredda e distante, e pensava alle altre persone [i chiassosi, gli agitati] come al sole, caldo ma ugualmente inarrivabile.
Tuttavia, senza la loro luce, nemmeno la sua sarebbe mai potuta esistere. La sua luminosità, in verità, non era che un riflesso.
Per questo tentava di proteggerli, a suo modo.

<center><i>[Non voleva scomparire]</i></center>




FINE
 
 
 
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