Come potrei chiamarti
Angelo oscuro che con le ali mi hai rubato il sole?
Sei sceso su di me, con un vessillo di demoni e cavalieri,
stringendomi il cuore così forte da farlo sanguinare.
Sei l’apocalisse della mia ragione,
addomestichi i miei sensi ai tuoi voleri,
mi hai reso vittima e schiava
nell’azzurro di un mare che in noi si lamenta.
Come potrei chiamarti, spirito evanescente
che con la tua arma mi penetri il corpo e l’anima?
Nella blasfemia rispondi alle mie preghiere,
nell’azzurro di un mare che si addormenta.
Cullato tra dolci picchi fratelli dormi il tuo sonno beato,
incastonato tra mille diamanti del color dell’arcobaleno
ti muovi maestro e signore.
E in quel punto dell’orizzonte appari
Nell’azzurro di un mare che sempre ti anela