Libri e Film da libri
creata dalla serie "HARRY POTTER":
"*FAST SEDUCTION IN SIX PLAYS*"
una fanfiction di:

Generi:
Romantico - Commedia
Avviso:
Coppie Slash
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Blaise propone una intrigante sfida al suo amico Draco: Sedurre il ragazzo più desiderato della scuola in sole sei mosse. SONO GRADITI COMMENTI!

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 29/07/2007 00:38:34 - Ultimo inserimento 29/12/2007
 
ABC ABC ABC ABC



 FIRTS PLAY


<b>Questa è la mia prima fiction di Harry Potter.
In realtà avevo predicato in lungo e in largo il fatto che non avrei mai e poi mai scritto una fiction di HP, ma sono talmente in ansia per l’uscita del settimo libro che mi è venuto di farlo senza nemmeno pensarci troppo XD
È un accozzaglia di banalità a mio avviso.. ma ho fatto del mio meglio, anche perché non sono molto ferrata sul genere della commedia e del comico. Spero che il risultato non sia penoso.
Va be… buona lettura. E un commentino d’incoraggiamento non sarebbe sgradito!</b>


<i>No…non potevamo cacciarci in guaio peggiore di quello.
Io sono troppo… Malfoy, per pensare di giocare in compagnia invece che in solitaria.
E purtroppo sono troppo Malfoy anche per lasciare che insinuassero che avessi paura di perdere.
Ma non potevamo cacciarci in guaio peggiore di quello, davvero no.
Perché se io sono troppo Malfoy… lui era… troppo Potter.
Ma non al modo lampante che si possa pensare.
Proprio per niente.</i>


- Tu…tu… -
- Si, amore? -
- Tu… sei un fottuto bastardo -
- Mh grazie… s’inizia dalla culla la strada per diventare così -
- Non sei divertente -
- Non mi spreco ad esserlo con te, grazie -

Draco Lucius Malfoy fissò Blaise Zabini, come se l’effetto delle sue parole si fosse trasformato in un geranio zannuto artigliato alle sue parti basse. Il moro rispose con un sorriso da super figo del seduttore latino. E un po’ malandato.
- Non puoi propormi una cosa simile dopo tutto quello che ho fatto, lo sai -
Blaise ritrasse la tua attenzione dalle sue unghie, dall’aria terribilmente più interessante rispetto ad un Malfoy in crisi adolescenziale ed ormonale, scoppiando a ridere senza un minimo di ritegno.
- Ma per favore Draco! Pensavo che facendo tutto quello che hai fatto mi avresti fatto divertire un po’ -
- Che vorresti dire con questo? - sibilò agitando i capelli platinati come il sonaglio di un cobra.
Blaise Zabini imitò il suo gesto stizzito con nonchalance, domando all’indietro i folti capelli castani.
Era nero, la pelle del colore del cioccolato al latte (o così amavano pensarla le sue numerose fiamme), gli occhi neri molto allungati che facevano spesso pensare ad una derivazione orientale, i lineamenti e gli zigomi marcati ma armoniosi.
Nel complesso era veramente da sbattere in un angolo. E in più sua madre era una famosa cacciatrice di dote della Provenza, da cui aveva ripreso tutte le più efficaci tecniche di seduzione mai concepite dalla scoperta della riproduzione sessuata.
Rendendosene conto solo in quel momento, Draco si ritrovò a deglutire rumorosamente.

- Intendo dire che gli vai dietro da quanto? Due mesi? E ancora non avete nemmeno pomiciato!? -
- Blaise… ragiona… hai presente di chi stiamo parlando? -
- Perfettamente. E ho anche presente con chi sto parlando -
Draco scrollò le spalle, fingendo che non gliene importasse tanto più che della vita di un babbano.
- Ma ti prego… me lo voglio scopare, non portarmelo all’altare e metter su famiglia insieme! -
Blaise si stava proprio divertendo come un matto, dal modo in cui si rimise a ridere, lo fece fumare dalla rabbia in meno di mezzo secondo. I bei denti bianchi risaltarono sulla pelle scura, brillando in modo sinistro.
Draco si ritrovò semplicemente a pensare che la vita senza amici era terribilmente più comoda e tranquilla.
- Allora ci manca soltanto che fai passare nove mesi, così penserò che l’hai già messo incinta… hihihi -
- Sei un grandissimo figlio di puttana -
- E non sai quanto sono fiero di lei per questo -
- E non cambiare discorso idiota! -

Blaise armeggiò col piccolo tomo dalla copertina blu nelle mani, sentendone l’influsso benefico.
La sua era un idea geniale, checché ne disse quell’allocco davanti a lui. E l’avrebbe convinto a starci, in un modo o nell’altro.
Anzi, un modo ce l’aveva già bene in mente e delineato. Scorse il dito lungo la rilegatura.
- Non è che per puro caso hai paura di perdere… Dracuccio? -
Probabilmente, in quel momento, anche dal ministero della magia erano riusciti a percepire lo sfrigolio del groppo che passò velocemente per la gola di Draco fino a raggiungere lo stomaco in men che non si dica.
Lui paura? Ma per piacere!
- Io paura? Ma per piacere! -
- Quindi mi vorresti far credere che accetti? -
- Non ho detto questo -
- Se non accetti si vede che hai paura allora -
- Invece no -
- E allora perché non accetti? -
- La tua idea è troppo bastarda nei miei confronti per poter essere attuata -
- E tu vorresti essere da meno? -
- Se dico di no è no -
- Eddai! Lo sai che puoi dire tutto al tuo piccolo Blaise! -
- No -
- Eddaiiiiii -
- NO -

Blaise gonfiò le guance paffute e reclinò il collo per assumere l’aria di un dolce cagnolino affranto, e scrutò le iridi argentee del suo migliore amico come dopo aver ricevuto la più grande bastardata mai subita dalla sua nascita.
Ma la sfida sembrava più essere quella tra un dobermann e un barboncino nano.
Sempre ammesso che i barboncini nani esistessero.
Ritirò le stille dagli occhi per poi buttare indietro la testa su un dei divani della Sala comune dei Serpeverde.
Tutto intorno a loro aleggiava un silenzio rilassante. Tutti erano a letto da un bel pezzo, e lui aveva avuto campo libero per l’attuazione del suo subdolo piano, senza schiamazzi che potessero fornire una via di fuga alla sua vittima.
Che non era poi tanto vittima alla fine. Naturalmente, Draco Malfoy, se al di fuori delle sue macchinazioni, rimaneva lo stesso schifoso razzista, maligno, sordido bastardo che era sempre stato. Lo stesso identico affascinante principe delle tenebre.
Se non fosse per una piccola, piccola differenza. Che conosceva soltanto lui.
Ed era quella la chiave di tutto. Ghignò famelico.
Fece passare la carta ancora un po’ sui polpastrelli, prima di porgerlo a Draco con aria indifferente.
- Che cos’è questo… coso? -
- Oltre che codardo sei anche ceco adesso? -
- Blaise.. sei esasperante -
- Mai quanto te. Prendilo -
Draco afferrò un volume dalla copertina blu notte nelle mani, quando pochi secondi prima ancora veniva sbalzato di tanto in tanto tra le mani del suo migliore amico alias ‘Mister roviniamo i piani diabolici e perfetti altrui’.
Anche se ci voleva più di due mesi per portarlo a termine, non voleva virare di nemmeno un metro dall’idea che il suo piano fosse perfetto. ERA PERFETTO. Punto. Checché ne disse quell’allocco davanti a lui.
Ad ogni modo aprì la prima pagina.

Fast seduction in seven plays. Seduzione veloce in sette mosse.

- Non l’avrai mica scritto tu questo? -
- No.. ma punto di fare una cosa del genere quando avrò più esperienza. Nonché ora non ne abbia poca… hihihi -
- Ora ho realizzato che tua madre non è l’unica puttana della famiglia -

Scorse la seconda pagina.
In breve il libro era composto di sette capitoli più introduzione, tutto scritto a mano in grafia scomposta e appena accennata col pennino e con l’inchiostro che colava di tanto in tanto dalle lettere, rappreso da tempo. Era evidentemente un libro vecchio, perché era chiaro dall’umidore, e dall’ombra delle macchie lasciate dopo una veloce ripulita da tanta sporcizia nel tempo.
Ogni capitolo illustrava, a quanto pare, una ad una tutte le sopraccitate mosse.
Obbiettivo primo: ottenere chi si vuole e come lo si vuole nel proprio letto nel più breve tempo possibile.
Non ve ne accorgerete nemmeno e sarà ai vostri piedi! Recitava poi in tono plateale.
Ma chissà perché, aveva già parecchi dubbi al riguardo.

- Ho timore a chiedertelo ma… che ci dovrei fare? -
Blaise sospirò, apprestandosi a spiegare fin nei dettagli il suo piano. Rise. Amava i suoi piani.
- Ho trovato questo libro nella biblioteca -
- Ergo? -
- Beh è semplice. Una gara a chi seduce prima.
Il primo che lo riesce a baciare vince -
- Si ho capito.. questo me l’avevi già detto. Se mi spieghi che cosa centra questo coso.. magari -
- Non chiamarlo coso! È una grande opera di letteratura esplicativa! -
- Si come ti pare… me lo spieghi adesso? -
Blaise aveva un che di morboso, quando sorrideva in quel modo.
Draco si ritrovò a retrocedere inconsciamente, mentre il suo migliore amico vagava nella stanza come nel bel mezzo del canto mortale di una mandragola in crisi di mezza età.

- Ti sfido a sedurre la preda. Ma in sei mosse -
- Sei mosse? -
- Esattamente.. una mossa al giorno -
Si, decisamente Blaise aveva un che di morboso in quel momento.
I suoi occhi brillavano, neri e non più color cioccolato come molti avevano sostenuto.
E molto meno dolci di quando doveva sedurre… e non sfidare a sedurre, come in quel momento.

Dopo uno sguardo altezzoso al libro, glielo lanciò addosso.
- Ah.. io non ne ho bisogno.. ma se vuoi tu puoi anche prendere spunto.. sempre che tu ne abbia bisogno -
Blaise balzò giù dalla poltrona, sbadigliando. Sbadigliò ancora, come se gliene importasse poco e niente, dirigendosi con movimento oscillatorio dei fianchi verso il dormitorio.
- E che succede se entro sabato non sarò tra le gambe di Potter? -
Draco avrebbe preferito non sapere che in quel momento era diventato livido di rabbia.
E lui era orribile, quando era livido di rabbia.
Ma la frase seguente lo rese alquanto simile ad una delle melanzane giganti di Hagrid.

- Vorrà dire che ci sarò io, tra le gambe di Potter -


<i>E fu dopo questo accadimento, che incominciai a chiedermi come avessi potuto arrivare a quel punto, e dove intendessi andare a parare alla fine. E in più mi ritrovai anche a chiedermi per quale cavolo di motivo avessi accettato la trovata da maniaco sessuale di quel ninfomane di Blaise.
Io sono troppo… Malfoy, per pensare di giocare in compagnia invece che in solitaria.
E purtroppo sono troppo Malfoy anche per lasciare che insinuassero che avessi paura di perdere. Così non avevo potuto far altro che mettere il piede nella trappola di mia spontanea volontà, per finire a fare il fenomeno da baraccone del caro Blaise.
Quel ragazzo è troppo ozioso per i miei gusti.
Ad ogni modo, accettai, e da li in poi l’inferno arrivò ad inghiottirmi.
Non potevamo cacciarci in guaio peggiore di quello.
Perché se io sono troppo Malfoy… lui era… troppo Potter.
Ma non al modo lampante che si possa pensare.

Tanto per cominciare Harry Potter era uno sfigato. Con la S maiuscola e con i fiocchi sgargianti.
Occhiali a fondo di bottiglia vomitevoli, capelli molto più simili ad un gatto morto di coliche renali, vestiti di decima mano che gli stavano all’incirca una decina di volte in più di quanto bastasse. Forse un po’ la storia del ‘Bambino sopravvissuto’, del neonato in fasce e col moccolo al naso che si salva dal mago cattivo, dal terrore dei popoli, andava a salvare la sua tragica situazione almeno in parte.
Ma per quanto non negasse nessuno che il materiale e il potenziale ci fosse, nessuno andava oltre il dire che Harry Potter fosse un normale ragazzino medio in attesa dei brufoli e degli ormoni in tempesta.
Questo prima che la rivoluzione arrivasse.
Questo prima che arrivasse il quinto, fatidico anno.
E tutto cambiò, letteralmente, radicalmente e dannatamente. Cambiò tutto in lui e in chi lo circondava.
Avete presente il brutto anatroccolo? Domanda idiota. È una favoletta molto diffusa sia tra i maghi sia tra i babbani.
Tanto per il fatto che gli sgorbi e le cozze stanno un po’ ovunque, anche nelle razze superiori.
Beh…ad ogni modo, adesso penso semplicemente che Potter sia il corrispettivo umano di quel maledetto pennuto.
Ed ora beh…è un cigno, ed estremamente sexy.
Il gatto è resuscitato in una capigliatura dall’aspetto sempre scompigliato, ma che ti viene voglia di toccare ogni volta che te la trovi davanti. Si era liberato degli occhiali per delle lenti a contatto lasciando in mostra gli occhi di smeraldo, degli abiti sfatti e fuori moda dall’età della pietra, si era liberato della sua statura esigua da nanerottolo, crescendo in maniera considerevole e in poco, pochissimo tempo. In breve, quel potenziale latente che pochi avevano considerato, era fiorito andando a formare un esemplare da puro agglomerato di testosterone capace di mandare in confusione qualunque essere umano, uomo, donna o mistura di questi ultimi.
Tanto più che il fisico tonico e scolpito dal Quidditch andava a completare divinamente l’opera.
In men che non si dica, Harry Potter divenne un sex simbol da copertina e il ragazzo più desiderato di tutta Hogwarts.
Ma non era neanche per questo che la nostra scommessa si tramutò nel più grande casino della mia vita.
Proprio per niente.</i>

Naturalmente, Draco si rifiutò categoricamente di chiedere aiuto a quel dannato libro. Nemmeno morto lo avrebbe fatto.
Il fatto che l’autore fosse sconosciuto poi non lo rassicurava affatto e non gli suscitò molta fiducia al riguardo, anche se in ogni caso lui era un Malfoy, e tanto bastava per rendere quel mucchietto di carta spazzatura senza la minima utilità.
Le regole erano semplici, e furono spiegate con argute metafore di caccia che rendevano il tutto ancora più folle.
Sei giorni. Sei agguati alla preda. Sei tentativi per raggiungere l’obbiettivo e farne ciò che si voleva.
L’obbiettivo minimo e indispensabile alla vittoria era una pomiciata. Come il libro comandava, per inciso.
Un altro punto oscuro era quando il mucchietto di carta, o spazzatura senza la minima utilità, fosse diventato il libro.
Si aveva un solo tentativo al giorno, e per il resto della giornata era obbligo assoluto evitare qualsiasi contatto con la preda.
Pena l’abbandono, e il completo cedimento all’avversario.
Il solo pensiero dell’eventualità che ciò accadesse lo faceva rabbrividire solo perché i Malfoy non perdono mai.
Assolutamente non per altro.
Quella sera s’impegnò a dormire, ad ogni modo, giusto per preservare il proprio fascino intatto e splendente come al solito.
Era inutile prepararsi, soltanto perché lui non ne aveva bisogno alcuno.
E non perché quella dannata frase continuava a risuonargli in testa come un nenia.
<i>Vorrà dire che ci sarò io, tra le gambe di Potter.</i>

Assolutamente non per questo. Assolutamente no.

<b>First day of the challenge.</b>

Quando, il primo giorno di quella follia omicida, Draco Malfoy entrò trionfante nella sala grande, si accorse di non avere il minimo o anche il più stupido piano di attacco, mentre il caro Blaise al suo fianco sghignazzava soddisfatto senza ancora aver fatto niente. Cercò di ignorare bellamente la gomitata incoraggiante, o almeno così doveva voler essere, che gli diede mentre si sedevano un accanto all’altro al tavolo della loro casa.
In quel momento fu assolutamente certo di aver emesso il sibilo di un serpente mortalmente incazzato.
Tuttavia si limitò a fargli un sorriso da figo senza paura che conoscevano entrambi molto bene, per poi allungare il collo verso il tavolo di Grifondoro. Dannato sfregiato del cazzo. Di lui non c’era ancora anima viva.
- Mi sembri sicuro di te… Dracuccio -
Borbottò sprezzante. Anche se si stava chiedendo se lo dicesse per prenderlo amabilmente per i fondelli o perché veramente la maschera da duro con le palle d’acciaio che indossava lo facevano sembrare davvero davvero sicuro dei propri mezzi.
Ma fanculo!
- Assolutamente si - rispose, secco. Duro e con le palle d’acciaio.
- Oh scusa, è inutile fare una domanda simile al principe delle tenebre -
- Lo vedi che se vuoi qualcosa entra nel tuo cervellino da sgualdrina Blaise? -
- Ah ah ah -
- Ah ah ah -
- Oh ma guarda… eccolo che arriva -
Pensò che, se non fosse arrivato, in quel momento sarebbe stato nel bel mezzo di un risolino isterico alquanto ridicolo.
E decisamente si. Era meglio guardare Potter che faceva la sua gloriosa entrata tallonato dal suo regale seguito, altrimenti detti Lenticchia e mezzo sangue. Guardare Potter era meglio del fare qualunque altra cosa, veramente.
Si trattenne dal prendere a capocciate il muro e tenne fissi gli occhi, cercando di farsi venire in mente qualcosa.
Zero diviso zero moltiplicato zero.
Nel frattempo Harry aveva raggiunto il tavolo, ancheggiando in maniera indecente a suo avviso, andandosi a sedere in linea retta esattamente rispetto a lui. Che lo facesse apposta? La domanda sorse poiché ora entrambi avevano una perfetta visuale della sua faccia mentre rideva –adorabile il modo in cui le guance e il naso si arricciavano e incorniciavano i grandi occhi che vibravano della loro stessa luce verde – per chissà quale spassosa battuta di Lenticchia, che se la rideva accanto a lui sputacchiando un po’ ovunque il suo succo di zucca.
In effetti, considerò in quel momento, Weasley era una sorta di gorilla guardia del corpo in versione sfigato, che naturalmente non costituiva un pericolo in se per se, ma che stava sempre appiccicato a Potter come un francobollo. Irritante.
- Hai già qualche idea Dracuccio? -
- Non potrei contarle nemmeno tutte le idee che ho.. Blaisuccio -
- Contento per te. Io ne ho soltanto una -
Avrebbe tradito in qualche modo il fatto che non sapesse dove sbattere la testa se gli avesse chiesto di spiegarsi meglio?
Si morse la lingua a sangue e puntò di nuovo lo sguardo dritto davanti a se.
Potter sorseggiava un liquido non identificato dal suo calice, senza accorgersi che una goccia gli scorreva giù dal collo a sua insaputa. E altrettanto era all’insaputa del fatto che lui desiderasse ardentemente di asciugare quella goccia a modo tutto suo.
- Vuoi sapere i dettagli del mio straordinario piano? -
- Mh.. come ti pare Blaise - bofonchiò addentando un biscotto precedentemente intinto nel tè con indifferenza.
Blaise avrebbe voluto accavallare le gambe una sull’altra per darsi un tono da seduttore più appropriato, ma il tavolo troppo basso glielo impedì così si limitò a rivolgere un occhiata eloquente dopo l’ennesimo sorso del suo cappuccino.
- Io sfrutterò tutte e sei le mie mosse. Potter non è qualcuno che puoi prendere da un momento all’altro e scopare sul primo banco che trovi. Sarò paziente e tesserò la mia tela filo per filo… filo … per filo… -
Il risolino che emise poi gli confermò definitivamente la completa idiozia del suo avversario.
- Tu la pensi così? -
- Si, assolutamente. È ancora un candido fiore, puro e illibato. Non è signorile coglierlo troppo presto rischiando che appassisca -
- Blaise.. mi stai facendo paura -
- Perché vorresti darmi torto Dracuccio? -
- E smettila di chiamarmi Dracuccio Idiota! -
- aaaaaaah… io sono un estimatore del sesso amico mio. Sono come il sommelier che va cercando i vini più buoni per tutto il mondo.. cercando di dare senso alla propria vita. E, per ora, Potter è l’esemplare più pregiato -
- Blaise, stai andando di male in peggio -
- … è il futuro eroe del mondo magico che ci salverà tutti dal terrore, dal terribile mago oscuro. Così solo, così dannato, così maledetto… eppure ancora così dolce e puro. Ed è pure un gran pezzo di… -
- BLAISE! -
- Si si lo so… sto andando di male in peggio -
Smisero di parlare, per dare l’ennesimo sguardo all’oggetto della loro conversazione, in quel momento impegnato in chissà quale brillante colloquio con la Granger, ridendo sempre in quel preciso e dannato modo che lo faceva sembrare in preda alla ridarella convulsa –delizioso il modo in cui portava indietro i capelli con la mano quando gli andavano davanti agli occhi senza mai riuscire a tenerli a posto. Così deliziosamente goffo!¬ – ma cosa cazzo avrà da ridere?
- Ma che cosa cazzo avrà da ridere? -
- Non lo so… ma non è adorabile quando ride? -
- Un pensiero simile non mi ha toccato il cervello nemmeno per un secondo -
- Si ma… è adorabilmente… sexy -
- Blaise.. te lo vuoi scopare o mandare avanti la dinastia con lui? -
- Uhm.. a quello ci penserà mia madre tranquillo. Mica sono l’unico candidato sai? -
- Hai una grande capacità nel cambiare discorso… -
- Grazie del complimento Cherie.. ad ogni modo lascio a te la prima mossa -
Disse, distogliendo lo sguardo da Potter per sottolineare le sue stesse future parole.
- Non lo toccherò né gli parlerò fino all’ora di pranzo.. fino a quel momento hai campo libero -
Lasciò andare ponderatamente la sua tazza di tè, come se niente di tutto quello detto fino a quel momento lo avesse minimamente toccato, passando il polpastrello lungo tutta la rifinitura della porcellana e dove aveva precedentemente poggiato le labbra per bere. Si stupì del fatto che, in tutta quella azione, l’oggetto non avesse subito il minimo danno.
- Lo sai che non ne ho bisogno Blaise. Ma accetto volentieri -
Blaise si dipinse un sorriso d’aspettativa sul volto scuro, dopo aver deglutito l’ennesimo boccone.
- E allora… che hai intenzione di fare? Come hai intenzione di procedere? -
Sentendo il tono mellifluo in quelle parole, Draco pensò che No. Non poteva assolutamente permettersi di farsi superare.
Lui era troppo Malfoy. E un Malfoy non segue le regole, tanto meno quelle dettate dal nemico.
Ad un Malfoy non serve nemmeno mezza mossa per avere ai propri piedi chi si vuole e come lo si vuole.
A diavolo quelle dannate sei mosse! Voleva Potter? Avrebbe avuto Potter. Semplice, conciso e lineare.
E molto più Malfoy.
Potter in quel momento si stava alzando, mettendo in mostra il suo didietro. Cioè No. Forse non lo stava proprio mettendo in mostra. Lui non è il tipo da mettersi in mostra più del dovuto. Proprio No. E allora perché cavolo si stava alzando già di tavola quando praticamente era arrivato mezz’ora dopo di lui e lui non aveva nemmeno finito il tè?!
Fanculo Potter!
- Entro mezzogiorno sarò attaccato a lui come una ventosa -
Enunciò, posando la tazza sul tavolo. Intatta.
- Un Malfoy… ottiene sempre ciò che vuole -




...Continua nel prossimo capitolo


 
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