Ti amo, ora. Ora che è troppo tardi. (La mia prima Draco/Hermione)
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 30/08/2007 21:01:32
ABCABCABCABC
<b> Questa è la prima one - shot che scrivo su questo pairing che ho cominciato ad amare leggendo la saga di Kysa. Non è niente di che, è piccina piccina ^^</b>
<b><i>Ti amo, ora</i></b>
Ho dovuto aspettare qualcosa che non ho mai anelato.
Ho visto il suo profilo e ho sentito il suo alito gelido sul mio collo.
E quando ha colpito io…io ho visto te.
Con il tuo viso dai lineamenti spigolosi, dall’aria arrogante, con gli occhi freddi ma che cercavano i miei.
Allora ho capito che la morte aveva fatto il miracolo che io mi ero ripromessa, ma che non ero mai riuscita a portare a termine.
Quel viso che tante volte mi aveva deriso, e in alcune situazioni mi aveva intimorito, di colpo mi guardava con una dolcezza che non avevo mai creduto possibile.
E di colpo sento la tua voce.
Quella voce piena di astio e di ribrezzo: quella voce che mi ha sempre voluta morta e che ora, ora che sto per morire davvero, mi chiede un sorriso.
Un ultimo sorriso.
<i>«Sorridimi mezzosangue» </i> mi stai dicendo con le mani che mi sfiorano i capelli, con calma, ma con timore. Sei delicato, come se avessi paura di farmi del male.
Che ironia; non ti sei mai preoccupato di ferirmi, e ti fai scrupoli adesso che sono ad un passo dai Campi Elisi.
Si, una citazione colta anche al momento della fine, nel momento in cui dovrei solo preoccuparmi della mia anima, della mia salvezza.
E mi chiedi pietà, un atto di pietà.
<i>«Perdonami» </i>sta implorando la tua voce.
MI stai chiedendo un miracolo, sebbene tu non sia mai voluto essere il mio.
Mi chiedi un atto che non ti sei mai meritato, ma che, lo sai, finirò col darti.
Io ti perdonerò: perdonerò la tua cattiveria, perdonerò la tua nascita e il tuo nome, perdonerò i tuoi genitori per essere quello che sono, ti perdonerò per aver ucciso Silente…e ti perdonerò per non aver mai visto niente in me piu di una maga nata da genitori babbani.
Ti perdonerò per non aver capito quanto valevo quando ero in vita.
Ti perdonerò per averlo capito ora, solo ora che è troppo tardi, e che non serve a niente.
Io ti perdono Draco Malfoy.
E sento la stretta delle tue braccia intorno al mio corpo sempre piu insensibile: un corpo che sta decidendo di abbandonare la lotta, di arrendersi all’odio che non si può vincere.
Quelle stesse braccia che per sette anni hanno provato a piegarmi, a spezzarmi, a togliermi il cuore, adesso leniscono i dolori di una vita che mi è stata strappata.
Ti sento mentre cerchi l’aroma dei miei capelli, mentre con le dita segui il profilo dei miei ricci.
Sento il tuo viso che cerca il mio e la sento…
La tua prima e ultima carezza.
Maledizione!
Mi stai dando tutto e nel frattempo me lo stai togliendo.
Perché la bacchetta che mi ha maledetto è stata la tua. Come un lampo verde sulla linea dell’orizzonte mi ha abbagliato e quando ho visto i tuoi occhi grigi dietro l’incanto ho sentito che non aveva piu senso stare in piedi come una torre, e aspettarsi che qualcosa potesse cambiare.
Che ci fosse un senso in questa folle guerra.
E in questa folle corsa contro il tempo io me ne sono resa conto.
Per qualche strana ragione…<i>Ti amo </i>
Ti amo ora che conosci la gentilezza e la tenerezza che non hai mai avuto, nel covo di serpi in cui hai trovato il tuo habitat naturale.
Ti amo, ora che non ho la forza per dirtelo.
E per entrambi è troppo tardi.
La mia vita finisce e so che, nello stesso momento, sta finendo anche la tua.
I tuoi occhi…Dio quanto ne sentirò la mancanza, adesso che li ho visti abbassarsi con quell’umiltà che ti era estranea. Per un momento hai abbandonato quel disprezzo che regnava sul tuo volto fulgido, quel disprezzo di chi non ha mai sentito il bisogno di chiedere aiuto.
Il disprezzo di chi ha sempre voluto il mondo, calpestando tutto il resto.
Quello sguardo di chi è consapevole di quello che ha e di quello che si è costruito da solo.
E la mia morte è stato uno spettacolo che tu hai messo in scena, in modo perfetto.
Eppure tutti i discorsi e le parole che ci siamo detti in questi anni, gli insulti che ci siamo sputati in faccia e l’odio che ci ha tenuto in vita e che ci ha legati per sempre o forse no, adesso si sono dispersi al cospetto dell’eternità della punizione che mi hai dato.
Morire, per mano tua.
Tutte quelle parole che erano piene di menzogne, di recite, di maschere che hai indossato perché per te era troppo difficile essere quello che sei.
Hai seguito i passi della tua storia, senza preoccuparti di scriverne una che fosse veramente tua, che ti appartenesse in ogni fibra, in ogni avventura descritta.
E ora…ora perché non parli, Draco?
Perché non mi dici che ho meritato di morire, per il mio sangue sporco?
Perché non ridi in faccia alla fine di Hermione Granger?
Lo so.
Sento la sincerità che si cela nel tuo silenzio.
In questo ultimi istante che Dio ci ha permesso di condividere, finalmente io conosco Draco Malfoy.
E il peso di questa onestà mi fa dimenticare tutto quello che ho sempre sentito.
MI fa dimenticare di averti mai ascoltato.
Ed ecco perché ora ti amo.
Perché solo ora hai quell’umiltà che non ti è mai appartenuta, che ti fa inclinare il capo di fronte alla morte, una nemica che non potrai mai abbattere.
Ora che hai smesso di tremare, ora che sei stato sincero e che hai allontanato le minacce di tuo padre, ora che la mia morte ha scacciato la tua paura, che per tutta la vita ti ha accompagnato, sento che potresti diventare il più grande tra di noi.
Adesso che sei un eroe che guarda con impazienza la guerra che fino ad ora l’aveva immobilizzato, sei pronto per vivere da uomo almeno questo momento.
Questo momento che passi con me.
Per tutto questo…ora io ti amo.
Ma è tardi…tardi…troppo tardi…
Parlami Draco…fammi sentire la tua voce per l’ultima volta.
Chiamami ancora mezzosangue con quella boria che ho sempre cercato.
Draco…
***
<i>Draco…</i>
Harry Potter sentì pronunciare quelle ultime lettere dalle labbra viola della sua migliore amica, piegata dal peso di una maledizione senza perdono.
Il nome del nemico che l’aveva uccisa e che aveva continuato nel suo percorso di morte e guerra, senza voltarsi indietro, senza volgere al cielo una preghiera per l’anima di Hermione.
L’aveva uccisa, aveva riso sul suo sangue versato, le aveva detto che l’aveva sempre avvertita che un giorno la signora con la falce in mano sarebbe andata a farle visita, e poi era andato avanti.
Senza cuore, come sempre.
Con l’odio nella mente e la rabbia a guidargli i passi.
Non era mai stato un principe azzurro, e neanche la sua veste regale, verde e argento, era mai bastata a nascondere l’anima nera che traspariva ad ogni occhiata.
Non era il bello e dannato, che alla fine capisce i proprio errori e cade tra le braccia della dea dell’amore. Non era il bel personaggio di una favola che, con la sigaretta in bocca, capisce che non può vivere senza amore, che si volta verso esso, abbandonando la vita ha sempre avuto.
Diciotto anni non si possono cambiare con un battito di ciglia, nemmeno le ciglia scure di Hermione
Draco non era cambiato, Draco era debole, ma meschino e crudele.
E con il potere tra le dita, aveva dimenticato la paura, diventava ancora più perfido.
Diventava di nuovo un assassino.
Ed ora lui si trovava lì, con la sua migliore amica tra le braccia, che le accarezzava i capelli, ne carpiva l’odore, cercava l’ultima carezza. Lui che l’implorava di perdonarlo, per non essere arrivato in tempo, per non essersi accorto che era sempre stata lei il bersaglio, lei con il suo sangue umano ma con le capacità di una grande Strega. Le chiedeva amore, sapendo che era troppo tardi.
L’unica ragazza che avesse mai amato, che si era sempre meritata il suo amore, adesso giaceva tra le sue braccia, senza vita, con il nome di un traditore, di una serpe, di un assassino sulla bocca dischiusa che lasciava scappare l’ultimo alito di umanità.